Iperproduttività post blocco: la resilienza artistica
E dopo aver parlato del blocco dell'artista parliamo della situazione opposta: il superlavoro.
Non quello dovuto alle tante commissioni che avete accettato perché "mai rinunciare ad un lavoro", ma quello che vi aggredisce al concludersi della crisi creativa. Funziona come un'influenza intestinale al contrario...avete presente? Si insomma, come direbbe Adler, un'ipercompensazione. Quando la fiducia nelle vostre capacità torna e le cose riprendono a funzionare a dovere (magari un po' alla volta, con il dovuto rodaggio) vi stupirete di essere più bravi di quanto pensaste. In verità ciò è dovuto al fatto che fino a poco prima eravate convinti di essere meno bravi di quanto siete in realtà. Vi prenderà la smania di fare di più, di adottare tecniche nuove (tanto sicuramente riuscirete al primo colpo... La crisi è passata, no?), vi accorgerete di essere più veloci nella produzione, più ricchi di idee che si materializzano strada facendo senza troppe elucubrazioni e via dicendo. Tutto perfetto! Ma dov'è, in tutto ciò, il problema? Il problema sta nella mancanza di equilibrio. L'ipercompensazione, appunto. Vi sembrerà di dover approfittare del momento d'oro prima che le vostre energie si esauriscono, prima che accada qualcosa di negativo, prima che sia ora di fare cose diverse e " perdere la mano" di nuovo. E volete tutto subito. La stanchezza c'è, ma voi non la badante e continuate a lavorare fino a notte fonda (andando a sbattere addosso a qualunque spigolo e procedendo a tentoni perchè ormai non avete più occhi). Pretendete da voi stessi più di quanto non pretendeste prima e vi date scadenze inverosimili (tipo costruire un castello in una settimana).... che rispetterete con puntualità e precisione malgrado l'assurdità della strettezza dei tempi. Insomma, non solo pretendere di recuperare il lavoro perso durante il blocco creativo, ma vorrete molto di più. Per fortuna lo stato di trance agonistica in questione dura al massimo un mese (dipende da quanto tempo ci mettete a bramare un un coma profondo o un anno di terme)... si, insomma, dura il tempo di succhiarvi tutte le energie. Finita l'iperconpensazione iperattiva tornerete finalmente alla normalità... Sempre che siate persone normali... E sempre che la normalità esista...
Quindi se famigliari e amici si lamentano del vostro improvviso disinteresse (o cose simili), sentitevi liberi di essere moderatamente scurrili e scortesi rassicurateli e chiedere loro di avere pazienza.
Ricordatevi che più sarà stata frustrante la crisi, più sarà iperproduttivo il periodo successivo. E chissà che non sia questo il momento in cui creerete la vostra opera migliore!
In fin dei conti il bello nasce spesso dal brutto, come un prato fiorito dopo un'incendio.
P.S.
Non serve specificare che queste situazioni non si presentano a soggetti come l'artista spocchioso. Lui (Lei?) non ha MAI blocchi creativi, è SEMPRE iperproduttivo anche se il suo organismo e la sua mente non ne risentono perchè la sua dote (l'onnipotenza) è unica e naturale. Oltre tutto l'artista spocchioso non ha MAI cedimenti di autostima (figuriamoci... con quell'ego smisurato)... e se per un periodo non dovesse produrre (non ha bisogno di essere sempre sul pezzo, perchè in 99 casi su 100 l'arte non è per Lui (Lei?) che un passatempo da dopolavoro spacciato per modus vivendi), non sarebbe a causa di una crisi, ma a causa di un ritiro spirituale o di un appuntamento col Papa durato due anni (o qualcosa di simile).
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