Come va? Bene grazie.

Ciao a tutti, come va?
Strana domanda?
Mi è saltato in mente di scrivere un articolo su questo argomento, in quanto ultimamente alla domanda "come va" ricevo in risposta un'altra domanda: "perché?".
E così ho deciso di aprire un dibattito tramite il mio blog.
Prima di cominciare però voglio precisare un concetto fondamentale: chiedere " come stai" ad una persona, equivale a dirle "sei importante per me, tengo a cuore il tuo benessere" . Le due domande sono molto diverse e lo stesso contesto in cui sono inserite differisce in maniera sostanziale.

Succede più o meno dallo scorso anno ed ormai sto iniziando a farci l'abitudine, ma non riesco a smettere di chiedermi cosa, nella società in cui vivo, sia cambiato al punto da spingere la gente a chiedersi per quale motivo le si chieda come va.
Il quesito non mi si pone con persone straniere. All'estero (vedi gli inglesi con " how are you?", gli americani con "how you doin'?", gli spagnoli con ?¿qué tal?) è normale utilizzare questa domanda come vera e propria forma di saluto (principalmente in ambito colloquiale, ma è buona norma farlo anche nella corrispondenza mail o nelle chat).
In Italia, Paese del (maledettissimo 😂) galateo, questa forma di cortesia faceva parte dei normali costrutti sociali. Cosa sono i costrutti sociali? Mmm... Ecco... Avete presente quando la nonna vi insegnava a dire " per favore", "grazie", "prego" e "arrivederci"? Quelli.
Tranquilli, non sono qui per tediarvi con lezioni di buone maniere... Non sono la persona più indicata 😂😂😂, anzi, sono qui a chiedervi se valga ancora la pena di chiedervi come stiate o se sia meglio risparmiarsi la fatica 😁😁😁
Scherzo, in verità mi domando se per caso non mi stia trasformando in una vecchia cariatide ottocentesca (avvertitemi se ne avete anche voi il dubbio).
Tornando al vecchio (ed evidentemente sorpassato) saluto in oggetto, ricordo una bella lezioncina ricevuta in merito quando ero piccola (no, non era nell'800!).
Ricordo di aver chiesto a mia nonna per quale motivo una signora appena conosciuta mi avesse posto quella domanda. Nella mia testolina la risposta fu un laconico "e a te chettifrega? Nemmeno mi conosci!", nella pratica si tradusse in un più innocente " ho fame" (più o meno è la risposta che darei in qualunque momento della giornata anche oggi 😉). Appena la signora se ne andò, mia nonna mi spiegò che era buona educazione chiedere come va alla persona che si incontra e che era altrettanto buona educazione rispondere "bene grazie! e tu?". La parte divertente venne poi, quando la nonna si prodigò a modo proprio a spiegarmi che, in verità, a metà delle persone che te lo chiedono, non può fregare di meno se tu stia bene o se tu stia esalando gli ultimi respiri... Pertanto una risposta positiva è, al tempo stesso:
-un modo educato per esprimere la reciprocità del menefreghismo;
-un modo educato per ringraziare dell'interesse;
-un modo educato per non tediare il prossimo con inutili piagnistei per i quali verrai ricordata da morta (puoi aver scalato l'Everest, ma rimarrai sempre quella a cui era meglio non domandare come va!).

Chiariamoci, se so che una mia amica sta passando un periodo stressante e ne conosco i motivi, chiederle come vada e/o come stia ha tutt'altra valenza ed un blando " bene grazie" non è risposta accettabile. Ma qui entrano in campo fattori diversi, come specificato all'inizio.

Il rapido declino di questo galateosissimo costrutto sociale però mi è un po' dispiaciuto.
Sebbene io risponda sempre in maniera positiva (a prescindere dal mio stato d'animo o di salute), trovo molto carino che mi venga chiesto come sto. Sono consapevole del fatto che la risposta interessi solo a due o tre persone, ma anche in quel caso tenderò a dare un messaggio di tranquillità al meno nella maggior parte delle situazioni.
Quindi, tirando le somme, trovo che chiedere "come va?" e rispondere "bene grazie"  sia anche un buon modo per infondere positività all'incontro, fin dalle prime (e magari uniche 😇) parole.

Ordunque signore e signori, che siate persone positive o che siate pesanti come ceppi alle caviglie; che sia una bella giornata o che grandinino piccioni morti; che abbiate perso un kg o che abbiate il ciclo da tutta la vita... Io continuerò a domandarvi "come va?"... Dovessi anche incontrarvi 3 volte al giorno! (Però vi avverto, al primo che comincia a sciorinare l'elenco dei motivi per cui ha le scatole girate... Rispondo con un ottocentesco sbadiglio ed un altrettanto ottocentesco giro di tacchi!)

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