Anteprima El Mazzariol







 

I Racconti Del Filò:


El Mazzariol





Lungo l’impetuoso Fiume, dalla montagna fino al mare, nascosti fra i funghi dei boschi ed i canneti delle grave, vivevano un tempo fate e folletti.
Vivevano li da sempre. Da prima che le paludi diventassero campagne. Da prima che le strade venissero asfaltate. Da prima che il Fiume cambiasse il suo corso.
Vivevano li quando scoppiò la Grande Guerra. Qualcuno dice che ci fossero ancora, quando scoppiò la seconda. Ma di loro non si seppe più nulla da quando le campagne divennero villaggi e di loro si perse il ricordo quando i villaggi presero il nome di città.
Ai tempi in cui i nostri nonni erano piccoli, era usanza trascorrere le lunghe sere invernali nella stalla. La famiglia, quasi sempre numerosa, si riuniva lì per soffrire meno il freddo. Le donne rammendavano i vestiti, le ragazze ricamavano la dote, gli uomini fumavano foglie di tabacco e i bambini s’addormentavano ascoltando le storie che gli adulti raccontavano. Storie di vita quotidiana, di cose realmente accadute. Raccontate in prima persona e non per sentito dire! Era così che trascorrevano le sere d’inverno i contadini: facendo filò.
Ai tempi in cui i nostri nonni erano bambini, fate e folletti c’erano ancora!
Questa mia piccola raccolta di illustrazioni è dedicata a tutti i nostri nonni.
Nonni veri o solo di nomignolo.
A zie e zii, prozie e prozii.
Agli anziani della nostra infanzia e della nostra età matura
Ma solo ai nonni buoni! Ai nonni cattivi la Befana portava il carbone.



Le mucche e il latte cattivo


Dice Rino
Che la mattina
Ha trovato le mucche
Della Cesira
Girar per il campo
Con sguardo molesto
Tutte nervose
O con fare un po’ mesto
La stalla è chiusa
Le corde tagliate
Le mucche a passeggio
Le porte sprangate.
Quanto lavoro
Riportare le vacche
A suon di pacche
sulle culatte!
Un giorno buttato
Il raccolto schiacciato
Il latte cattivo
E Rino arrabbiato.
È il Mazzariol
Che ieri sera
È entrato in stalla
Dalla Cesira
Liberate le mucche
E per la coda tirate
Belle nervose
Le ha abbandonate!
Presto si spieiga
La ragion del malfatto.
Il dispetto del folletto
Ci è capitato!


Attila Re degli Unni


Verso Roma si stava recando
Il Re degli Unni col suo destriero.
E conquistare il Magno suolo
Era di Attila il desiderio.
Nella Laguna lui aveva un trono
Fatto di pietra e scolpito col tuono.
Tutti temevano il foresto invasore
Perfino i mercanti, il Papa e le suore!
Allorché una notte in sella all’equino
Il Re baldanzoso si metteva in cammino
In mezzo alla strada dovette incappare
Nel Mazzariol sempre pronto a giocare
Il prode folletto cambiò posizione
Alla stradale indicazione
Così che il Flagello disorientato
Da questa pia Terra fu allontanato
Non sempre i dispetti son fine a se stessi
Talvolta son meglio di guerre ed eccessi.
Talvolta son frutto di buone intenzioni
Da perseguire con modi burloni.
Il Papa Leone si prese il valore
Di avere scacciato il conquistatore.
Ma al Mazzariol non serve la boria
Lui serba nel cuore la sua propria gloria.


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